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IL MAL DI SCHIENA

 

Con il termine Lombalgia intendiamo un dolore localizzato nella parte bassa della schiena, precisamente a livello delle vertebre lombari. Questo articolo si propone di esplorare la lombalgia, compresi i suoi fattori di rischio, le cause, le diagnosi e le opzioni di trattamento.

Il termine lombalgia indica solamente il distretto corporeo in cui si manifesta il dolore, senza però indicarne le cause. Può infatti essere assai difficile riconoscere l’origine del disturbo, che si potrebbe pensare sorgere esclusivamente da problemi ortopedici.
Generalmente, il dolore nella zona lombare della schiena viene suddiviso in due grandi categorie:
La lombalgia può essere di tipo acuto o cronico:

  • La lombalgia acuta non è ricorrente, il dolore compare all’improvviso e inizialmente è tanto intenso da essere debilitante, ma con il passare dei giorni l’intensità diminuisce, fino a sparire completamente.
  • La lombalgia cronica si manifesta quando il dolore si protrae nel tempo o compare frequentemente. Il dolore generalmente è meno intenso e non è limitante/non limita per tutti i movimenti, ma è più duraturo di uno stato acuto.

Secondo uno studio del 2010 (Hoy), la probabilità che nel corso di 1 anno si manifesti un episodio di lombalgia, varia dal 1,5% al 36%. Inoltre, una volta avuto il primo episodio di lombalgia, è altamente possibile che il fenomeno si verifichi nuovamente, con una stima di incidenza nell’anno successivo che va dal 24% all’80%.

I FAttori di rischio della lombalgia

La lombalgia può colpire qualsiasi persone, ma esistono dei fattori di rischio che aumentano la probabilità di contrarre questo tipo di dolore:

  1. Età: il rischio di lombalgia aumenta con l’età, con un picco di incidenza tra i 30 e i 50 anni;
  2. Sedentarietà: Uno stile di vita sedentario può indebolire i muscoli della schiena e aumentare il rischio di lombalgia;
  3. Obesità: il peso in eccesso può esercitare una pressione aggiuntiva sulla colonna vertebrale e contribuire al mal di schiena;
  4. Fumo: il fumo può compromettere la circolazione sanguigna verso la colonna vertebrale, aumentando il rischio di problemi alla schiena;
  5. Lavoro e sollevamento pesi: Alcune professioni o attività che comprendono il sollevamento di pesi o movimenti ripetitivi possono aumentare il rischio di lombalgia.
dati dalla letteratura scientifica

In letteratura si trovano molteplici documenti e articoli scientifici che attestano lowbackpain 02 la comprovata efficacia dell’attività fisica nel trattamento della lombalgia (Van Middelkoop, 2010). 
Lo scopo di uno studio condotto da Searle (2015), è stato quello di dimostrare quale tipo di esercizio è sia più efficace per il miglioramento della lombalgia rispetto alle terapie conservative. Secondo questo studio, esercizi di forza dell’intero corpo e della muscolatura del tronco sembrano aver fornito i risultati migliori, seguiti poi da esercizi di coordinazione e stabilizzazione.

Diversi studi condotti da Richardson (2000), si sono focalizzati su quali muscoli partecipassero in maniera maggiore al contenimento della lombalgia. Si è visto come il retto addominale sia un muscolo importante per aumentare la stabilità e ridurre il dolore della zona lombare, ma si è scoperto quanto il muscolo addominale trasverso sia ancora più importante: è questo muscolo che, quando si contrae, esegue una vera e propria azione di contenimento viscerale. Gli addominali obliqui concorrono assieme al trasverso, costruendo un vero e proprio corsetto addominale in grado di scaricare parte del carico sopportato dal disco vertebrale. Inoltre, questo studio ha messo in luce un importante fatto: solo il 10% delle persone analizzate, affette da lombalgia, riusciva ad eseguire una contrazione volontaria dei muscoli profondi dell’addome, contro l’82% del gruppo di controllo non affetto.

L’abilità di eseguire e mantenere la co-contrazione muscolare profonda è strettamente collegata alla riduzione del dolore.

cause della lombalgia

Le cause esatte della lombalgia possono essere complesse e variabili. Tuttavia, alcune delle cause più comuni sono:

  • Lesioni muscolari o legamentose: strappi muscolari o lesioni dei legamenti nella zona lombare possono causare dolore acuto;
  • Ernia del disco: Una protrusione o un’ernia del disco può esercitare pressione sulle radici nervose e provocare dolore;
  • Malattie degenerative della colonna vertebrale: condizioni come l’artrosi possono portare a cambiamenti degenerativi della colonna, contribuendo alla lombalgia;
  • Problemi posturali: una postura scorretta o un allineamento inadeguato della colonna possono causare stress e dolore;
  • Stress emotivo: Lo stress e la tensione emotiva possono contribuire alla percezione del dolore nella zona lombare.

come si affronta la lombalgia in fisio10

lowbackpain 03Nella nostra struttura, un paziente affetto da lombalgia viene accolto ed esaminato approfonditamente. Una volta appurato insieme al medico che non ci siano problematiche di tipo ortopedico o viscerale, si passa ai trattamenti strumentali e di tipo rieducativo a livello motorio. Le terapie strumentali ci possono aiutare nel rilassare eventuali contratture che inevitabilmente portano le tensioni a carico della parte bassa della schiena. Dopodiché si passa alla rieducazione funzionale, forse il passaggio più importante per la gestione della lombalgia a lungo termine.

Lo scopo della rieducazione motoria non è tanto lavorare sul tratto lombare e rinforzare i muscoli affaticati e che provocano dolore. L’obiettivo principale è quello di andare a togliere tutte le tensioni che sfociano nella zona bassa della schiena, permettendo al corpo di essere più efficiente e di trasferire tutto il lavoro dalle articolazioni ai muscoli.
Per fare ciò, il lavoro viene incentrato sulla muscolatura addominale, sia superficiale che profonda, per proteggere e stabilizzare il tratto lombare della schiena. In aggiunta, gli esercizi vengono anche eseguiti sulle articolazioni vicine: una loro corretta mobilità e attivazione muscolare delle anche permetterà di far svolgere il lavoro pesante ai muscoli, evitando il classico sovraccarico articolare che con il tempo ci porta al classico mal di schiena.

L’approccio rimane lo stesso per tutti gli esercizi: durante i movimenti vanno mantenute le curve fisiologiche della colonna vertebrale, che possono variare da persona a persona. Non esistono quindi degli esercizi standard o degli angoli precisi che vadano bene per tutti, ma su ogni persona verrà cucito e adattato l’esercizio in modo da rispettare la sua fisiologia naturale.

 

 

bibliografia
  • D. Hoy et. al – The epidemiology of low back pain, Best Practice & Research Clinical Rheumatology, doi: 10.1016;
  • Van Middlekoop et. al – Exercise therapy for chronic nonspecific low back pain, Best Practice & Research Clinical Rheumatology, Volume 24, Issue 2, April 2010;
  • Searle et. al – Exercise intervention for the treatment of chronic low back pain: a sistematic review and meta-analysis of ramdomised controlled trial, Clinical Rehabilitation, 2015;
  • Richardson C. et al – In therapeutic Exercise for Spinal Segmental Stabilization in Low Back Pain. Scientific Basis and Clinical Approach, Churchill Livingstone, United Kingdom, 1999.