L’epicondilite laterale (EL, o gomito del tennista) viene descritta come uno stato cronico di degenerazione sintomatica dell’estensore lungo dell’avambraccio, nella parte in cui il tendine si attacca all’epicondilo laterale dell’omero. È generalmente autolimitante e nella maggior parte dei casi non sono necessari trattamenti specifici, con un recupero fino all’80% dei casi entro un anno1.
L'esatta insorgenza dell’EL non è stata ben identificata dalla comunità scientifica; tuttavia, è una patologia comunemente associata a microtraumi ripetitivi nel movimento della presa o dell’estensione della mano2-3.
Il muscolo più comunemente colpito è l’Estensore Radiale Lungo del Carpo (ERLC), ma ne possono essere coinvolti anche altri come l’estensore delle dita o l’estensore ulnare del carpo. Qualsiasi attività che prevede un uso eccessivo di questi muscoli (come il tennis, il suonare uno strumento, un lavoro manuale) può causare la tendinosi4-5.
Sebbene l’epicondilite sia stata classicamente identificata come un processo infiammatorio, l’istologia non mostra molte cellule infiammatorie; la maggior parte degli autori considera quindi l’epicondilite come una tendinosi, un processo degenerativo del tendine6.
I tendini possono allungarsi facilmente in risposta a forze gradualmente crescenti. Se questo stress supera la tolleranza del tendine ad allungarsi, può verificarsi un microstrappo del tessuto tendineo. Molteplici microlacerazioni portano a cambiamenti degenerativi all’interno del tendine che sono noti come tendinosi.
La maggior parte dei pazienti lamenta un dolore localizzato proprio nella superficie ossea dell’epicondilo laterale, talvolta anche irradiato lungo il braccio. Il dolore può variare da basso e intermittente a dolore continuo e più intenso. È tipicamente prodotto dalla contrazione dei muscoli dell’avambraccio. Con l’evolversi della malattia, può essere anche rilevata una prominenza ossea sopra l’epicondilo interessato.
L’ecografia è uno degli strumenti migliori per diagnosticare o escludere un’epicondilite, perché si riescono a rilevare cambiamenti strutturali che interessano i tendini, irregolarità ossee o calcificazioni.
Ad oggi non esiste un trattamento riabilitativo universalmente accettato. Tuttavia, il programma riabilitativo per l’epicondilite laterale ha cinque obiettivi terapeutici: controllare il dolore al gomito, preservare il movimento dell’arto interessato, migliorare la forza e la resistenza della presa, ripristinare la normale funzione dell’arto e prevenire un ulteriore deterioramento7.
In generale, la patologia può essere trattata in modo conservativo o attraverso un trattamento chirurgico:
L’epicondilite laterale è una patologia che può derivare da diversi fattori. Per questo motivo, all’interno della nostra struttura, viene eseguita una valutazione da diverse figure professionali che, comunicando tra di loro, sceglieranno il percorso rieducativo più adatto alla persona.
Per prima cosa viene eseguito un controllo da parte del medico, per definire lo stato dell’epicondilite (ad esempio se ci si trova in una fase acuta o sub-acuta) e il programma rieducativo da seguire, se conservativo o con trattamento chirurgico.
Una volta definito il programma da seguire (ad esempio il conservativo), il paziente viene preso in carica dai fisioterapisti, per usufruire dei trattamenti manuali e strumentali. Il lavoro fisioterapico può essere, se la condizione lo permette, affiancato da degli esercizi specifici nella palestra rieducativa assieme agli addetti specialisti dell’esercizio.
L’obiettivo è quello di tornare gradualmente ad eseguire tutti i movimenti della vita quotidiana e del lavoro senza avere dolore nella parte interessata e senza avere limitazioni di movimento.
In ogni condizione la priorità della nostra struttura rimane sempre la stessa: la salute della persona al primo posto.
Fisio10 Srl Centro Medico Fisioterapico
Dir. San. dott. Francesco Greco Spec. in Ortopedia e Traumatologia
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